Sampietrini di pietra con un lato in ottone sul quale è inciso il nome e il cognome delle persone deportate, la loro data di nascita, quella di arresto, il luogo dove sono state deportate ed il giorno nel quale sono state assassinate. Sono queste le caratteristiche principali delle “stolpersteine”, le pietre d’inciampo dal fortissimo potere evocativo ideate e prodotte dall’artista tedesco Gunter Demnig ispirato dal passo del Talmud che recita “una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome”.
Scopo di questa invenzione è quello di lasciare nelle città una memoria dei deportati nei campi di sterminio nazisti. Dal 16 dicembre 1992, quando “senza chiederne il permesso” pose la prima pietra d’inciampo davanti al vecchio municipio di Colonia nel cinquantesimo anniversario dell’Auschwitz-Erlass (il decreto che segnava l’inizio della deportazione di tutti gli zingari di stirpe Sinti e Rom residenti entro i confini del Terzo Reich), Demnig ha viaggiato per tutta Europa, installandone più di 105mila in 31 Paesi dando vita al più grande “monumento diffuso” del Vecchio Continente. L’Italia, dopo Germania e Repubblica Ceca, è lo stato che ne ospita di più.
Oggi, per la prima volta, Demnig è venuto a Genova dove ha partecipato alla collocazione, da parte di Aster, di tredici ulteriori piccole targhe da selciato incastonate seguendo un percorso compreso tra Cornigliano e la Foce per poi concludersi nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale con l’incontro “Pietre d’Inciampo, arte per la Memoria” al quale, oltre al sindaco Marco Bucci e al rabbino Giuseppe Momigliano, hanno preso parte studenti allievi dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, studenti delle scuole secondarie di secondo grado invitati dall’assessore comunale alle Politiche dell’Istruzione Marta Brusoni, rappresentanti delle istituzioni e cittadini.
La posa della prima pietra d’inciampo si è svolta in via Dufour 11 rosso alla presenza del consigliere comunale Angiolo Veroli in ricordo di Francesco Moisello. Le cerimonie si sono poi susseguite lungo un itinerario che ha incluso corso Magenta 5 (civico n.47 nel periodo bellico) in memoria di Ida Foa ed Arturo e Luciano Valabrega durante una cerimonia alla quale è intervenuto l’assessore a Urbanistica e Sviluppo Economico Mario Mascia; via Padre Semeria 21 in ricordo di Giorgina Milani e Bice, Ettore, Giorgio, Maria Luisa, Paolo e Roberto Sonnino; via Felice Cavallotti 11 per Marco Rignani ed infine in via Casaregis 4A con un ultimo interramento a ricordo di Bellina Ortona.
«Oggi Genova ha scelto ancora una volta di onorare i propri concittadini che hanno subito l’orrore delle persecuzioni durante il periodo dell’Olocausto – afferma il sindaco Marco Bucci -. Le 13 pietre d’inciampo che sono state posate questa mattina, si aggiungono a quelle già installate in questi anni, arrivando a un totale di 24. Siamo orgogliosi di accogliere a Genova Gunter Demnig, l’artista che ha dato vita alle pietre d’inciampo. Come Primo cittadino aderisco con convinzione a questo evento che coinvolge tutta la città e che deve arrivare soprattutto ai giovani e le scuole. Le pietre d’inciampo sono opere che rappresentano le vite perdute e ci ricordano l’importanza di preservare la memoria storica per evitare che tali tragedie si ripetano. Furono solo 20 gli ebrei genovesi che fecero ritorno a casa dei 261 finiti nei campi di concentramento: Genova è una città che non dimentica e che si impegna per coltivare e tramandare la memoria di quei fatti».
Le pietre d’inciampo posate oggi nell’ambito delle iniziative per il Giorno della Memoria si aggiungono alle undici già collocate nel capoluogo ligure, la prima delle quali in galleria Mazzini il 29 gennaio 2012 in memoria del rabbino Riccardo Reuven Pacifici.