Genova, Capitale italiana del Libro 2023, presenta le linee guida che ispireranno le azioni di medio e lungo periodo, in grado di rimettere al centro della vita dei cittadini la relazione con i luoghi della cultura.
In quest’ottica, la mission sarà di traguardare una significativa crescita socioculturale della città, attraverso la formulazione di una proposta culturale solida e consapevole, puntando su qualità, identità, internazionalizzazione, giovani, occupazione.
«Genova possiede un patrimonio culturale enorme, che vogliamo valorizzare e far conoscere al mondo. Attraverso questa progettazione condivisa siamo certi che il prossimo triennio sarà in grado di sorprendere – commenta il sindaco di Genova Marco Bucci – La cultura è un formidabile acceleratore di ricchezza umana ed economica, strumento indispensabile per promuovere identità, appartenenza, inclusione e coesione. Genova e il mare, Genova e il Medioevo e Genova nell’Ottocento faranno riscoprire ogni lato storico e attuale nella nostra straordinaria città».
«Lo sguardo ai prossimi anni attraverso un piano strategico è un impegno a mantenere attive non soltanto le linee di progetto qui esposte, ma anche e soprattutto quelle che nascono e nasceranno da un continuo confronto con il territorio e con tutti i suoi attori – spiega Giacomo Montanari, coordinatore del Tavolo della cultura – Credo che, al di là della bontà dei singoli obiettivi e delle singole azioni, siano il metodo applicato e la visione che si vuole offrire attraverso questo Piano a essere davvero elementi significativi: vorremmo che le attività culturali fossero il denominatore comune della quotidianità di tutti noi cittadini, a partire da quelle più semplici e frequenti, come leggere un libro fino alla complessità dei grandi eventi, come le giornate dedicate ai Palazzi dei Rolli».
«Il piano mette in evidenza il ruolo strategico di Palazzo Ducale, un nodo importante in una rete che deve essere sempre più allargata è rafforzata – sostiene la presidente di Palazzo Ducale, Fondazione per la cultura Serena Bertolucci – L’attività che sarà messa in campo sarà il più possibile accessibile e coinvolgente, dai grandi cicli e festival (non dimentichiamo che oggi comincia La Storia in Piazza, uno dei più importanti festival nazionali del settore) alle mostre, che vanno dalla dimensione locale a quella internazionale, alle attività educative fino alla conferenze giornaliere, pluridisciplinari e divulgative per un totale di oltre 400 azioni culturali l’anno. L’auspicio è che Palazzo Ducale possa essere sempre più individuato come una ricchezza e una opportunità per la città e possa essere sempre in grado di svolgere il proprio ruolo con la qualità che gli è riconosciuta a livello nazionale».
«Il Teatro Carlo Felice aderisce e concorre alle linee guida ed agli obiettivi del sistema culturale genovese proponendo, tra le altre, alcune significative azioni – dichiara Claudio Orazi, sovrintendente del Teatro Carlo Felice – Una programmazione artistica nel segno della più alta qualità. Un progetto di ricerca storico-artistica in campo musicale che intende restituire l’esteso patrimonio di partiture che compone l’identità e la civiltà musicale genovese. Un rapporto stabile di attività musicali con i Municipi di Genova e i Comuni della Regione Liguria, nella direzione della massima inclusione sociale. Un progetto di educazione e partecipazione alla vita del Teatro delle nuove generazioni per le Scuole di ogni ordine e grado, l’Università, il Conservatorio di musica e l’Accademia Ligustica. Il tutto si collega a rapporti di collaborazione internazionale con importanti Paesi e Teatri d’Opera. Una simile concezione industriale, che coniuga qualità e crescita produttiva, ha favorito anche la creazione di molti nuovi posti di lavoro».
«Genova rappresenta una grande opportunità per il nostro Paese perché sta sviluppando modalità di connessione culturale tra le eccellenze del proprio territorio. Un punto di riferimento tematico come quello previsto da questo Piano Strategico sarà di ispirazione per chi come noi vuole collaborare, fare rete – afferma Davide Livermore, direttore del Teatro Nazionale – Creare arte ed essere capaci di migliorare la qualità della vita delle persone è al centro della nostra mission. E questo lo fa la cultura, l’immersione nella bellezza e la consapevolezza e la partecipazione che il teatro porta con sé».
Realizzare una programmazione che valorizzi, promuova e tuteli l’identità di un territorio, e quindi la sua cultura, stimola la crescita, l’occupazione, la competitività, la coesione sociale e territoriale.
In questo circuito virtuoso diventa quindi essenziale una progettazione condivisa, che metta in relazione i musei, le biblioteche, gli archivi, i teatri, i siti Unesco, i grandi produttori di cultura cittadini, affinché tutti insieme possano integrare e valorizzare gli asset culturali che caratterizzeranno il prossimo triennio in una vera ottica di sistema.
Per farlo, si lavorerà su alcuni grandi temi caratterizzanti per la città:
2023: Genova e il mare – 2024: Genova e il Medioevo – 2025: Genova nell’Ottocento –
2026: La trasformazione urbana e l’innovazione tecnologica
Questi grandi temi verranno declinati in diversi ambiti di intervento: sistema dei musei; eventi culturali ed esposizioni temporanee; spettacolo; sistema delle biblioteche; archivi e centri di documentazione; promozione della creatività giovanile.
Il motore di questo processo sarà il Tavolo della cultura, uno strumento collegiale di lavoro attivo già da alcuni mesi, il quale ha il compito di attivare percorsi sinergici tra le varie istituzioni per sviluppare un’offerta integrata, e di valutare le proposte che arrivano anche da soggetti non istituzionali.
Il Tavolo, che opera sulla base delle linee strategiche e programmatiche della civica amministrazione, potrà essere implementato con ulteriori partecipanti, qualora si rendesse necessario approfondire argomenti di particolare rilievo e/o progetti ritenuti strategici.