Un pari che non fa bene a nessuno e che lascia Vincenzo Italiano e Alberto Gilardino insoddisfatti a metà. Perché se per la Fiorentina doveva essere una sorta di ultimo appello per rientrare nel lotto di squadre che cercano un piazzamento in Europa, per il Genoa poteva essere invece la vittoria che dava un senso più spiccato alla crescita di una squadra che proprio contro i viola aveva avviato il suo campionato tornata nella massima serie. Adesso la squadra di Gilardino, tra l’altro indicato da alcuni addetti ai lavori come tra i papabili del post Italiano a Firenze, gioca con serenità in una posizione di metà classifica che in qualche modo rassicura i rossoblù. Nel primo tempo i viola tentano l’affondo, segnano con Belotti ma l’arbitro annulla per fuorigioco, creano con Ekuban e alla fine passano in vantaggio su cacio di rigore dove un doppio errore, prima di Quarta e poi di Parisi, chiama l’arbitro all’indicazione del dischetto dal quale Gudmundsson, obiettivo di mercato dei viola nel calciomercato invernale, non sbaglia spiazzando Terracciano e trovando la tredicesima rete in campionato. Nella ripresa i due tecnici rimettono a posto entrambe le squadre e i viola trovano il pari grazie a un’invenzione del solito Bonaventura che crossa dalla sinistra tagliando tutta la difesa avversaria e pescando l’inserimento di Ikoné che di testa realizza il pari e la sua quarta rete stagionale. Italiano attua nel finale un 3-4-3 spiccatamente offensivo ma il Genoa mette i brividi ai viola con un rigore prima assegnato dall’arbitro Di Marco per un contatto tra Kayode e Retegui, e poi revocato dal direttore di gara dopo revisione al Var.
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