Dopo il ritrovamento avvenuto a Rossiglione nelle ultime 24 ore di una carcassa risultata positiva, salgono a 18 i capi infetti rinvenuti in Liguria dall’inizio dei sopralluoghi per contrastare la peste suina. Nel frattempo il team di esperti europei che nei giorni scorsi aveva effettuato alcuni sopralluoghi lungo il torrente Bisagno, si riaggiornerà mercoledì 16 febbraio. Le misure da mettere in atto: rafforzamento barriere, depopolamento dei cinghiali nella zona rossa e adeguate misure preventive di profilassi. “Il gruppo di esperti – ha spiegato il vicepresidente della Regione Liguria Alessandro Piana – ha preso atto della difficile orografia del Piemonte e della Liguria, con conseguente inapplicabilità di un metodo che ricalchi pedissequamente le azioni effettuate ad esempio in Polonia e in Belgio. Oltre al territorio muta anche lo scenario: in Europa si trattava di aree in piano con all’incirca un cinghiale per chilometro quadrato, da noi la presenza di ungulati è 10 volte superiore. La difficoltà di arginare l’epidemia porta ad una accelerazione delle azioni di contrasto da effettuarsi entro l’estate cercando di continuare a rafforzare le barriere che delimitano la core zone con i casi ripetuti di positività e diminuendo al contempo la popolazione di cinghiali in modo mirato”.
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